Anno sociale 2023 – 2024

-> Linguaggi in transito: Antropologia culturale

Culture umane: crisi dei luoghi e tensione tra stare e sconfinare

È tutt’altro che sbagliato sottolineare il nesso tra abitare, abiti, abitudini, tra colere e cultura, ma sarebbe eccessivo ritenere che “nell’abitare risiede l’essere dell’uomo” (Martin Heidegger). A Raymond Firth gli isolani di Tikopia (Polinesia occidentale) obiettavano con forza che “l’uomo non è mica un sasso!” ed è caratteristico degli Aborigeni australiani pensare che gli antenati dell’umanità fossero di due tipi: coloro che amavano stare, insediarsi, abitare e coloro che invece preferivano andare, vagabondare. Umani sono gli uni e gli altri. Questa tensione tra stare e sconfinare viene presa in esame per quanto riguarda i modi dell’abitare (foreste, deserti, villaggi, città), i luoghi del potere (le capitali mobili dei regni africani), i viaggi verso l’alterità (l’anello kula del Pacifico sud-occidentale), la ricerca prolungata e indefinita della “terra senza male”.

    Sessioni

  • -> 1. “Ma l’uomo non è mica un sasso!”

    Si danno numerosi esempi di società per le quali gli esseri umani si esprimono non soltanto nell’abitare, ma anche nell’andare. Dopo una iniziale riflessione su tali esempi, viene indagata l’opposizione tra l’abitare la foresta da parte dei Pigmei Bambuti (Colin Turnbull) e il “male” che si annida invece nei villaggi dei coltivatori (Roy Grinker).

    Audio

    • Registrazione [1]

      Scarica
    • Registrazione [2]

      Scarica
    • Registrazione [3]

      Scarica

    Materiali

    Materiali

    Scarica
  • -> 2. Andare e tornare: ciclicità e messa in forma della mobilità

    Sfruttando il lavoro classico di Marcel Mauss sulle “variazioni stagionali delle società eschimesi”, si pone in luce l’opposizione tra la società sedentaria degli Inuit durante la stagione invernale (densità culturale) e la loro libertà nella stagione estiva, il che dà luogo a due culture alternanti. D’altra parte, lo studio dell’anello kula (isole Trobriand della Melanesia: B. Malinowski) consente di rilevare un’esplicita modellizzazione culturale dei viaggi d’oltremare in vista di scambi e di contatti con società straniere.

    Audio

    • Registrazione [1]

      Scarica
    • Registrazione [2]

      Scarica

    Materiali

    Materiali

    Scarica
  • -> 3. Potere con e potere senza radici

    Le capitali mobili dei regni dell’Africa precoloniale consentono di affrontare una particolare concezione del potere, quella secondo cui – a differenza della società – il potere non mette radici permanenti, ma conserva il suo carattere di estraneità: il potere viene da “fuori”, il potere va e viene, mentre la società rimane (Remotti 2014). La sessione si conclude con l’esame di altre forme di potere mobile, quali la capitale del regno di Axum (per un millennio) e l’impero nomadico dei Mongoli (Favereau).

    Audio

    • Registrazione [1]

      Scarica
    • Registrazione [2]

      Scarica

    Materiali

    Materiali

    Scarica
  • -> 4. Abitare o dominare il mondo?

    Partendo dalla nozione attuale di Antropocene e adottando uno sguardo paleo-antropologico (G. Chelazzi), si pone legittima la domanda se, a proposito di Homo sapiens, possiamo affermare che questa specie non si sia limitata ad abitare il mondo, ma abbia inteso “dominare” il mondo a guisa di divinità (Harari). Se da una parte possiamo spesso vedere in Homo sapiens un comportamento da “super-predatore”, dall’altra nel testo biblico (Genesi) è la stessa divinità a indurre l’uomo a divenire il terrore delle altre specie.

    Audio

    • Registrazione [1]

      Scarica
    • Registrazione [2]

      Scarica

    Materiali

    Materiali

    Scarica
  • -> 5. Verso la “Terra senza male” e il mito del progresso infinito

    Il dominio sul mondo in epoca moderna è stato inteso dalla civiltà occidentale alla luce del mito del progresso infinito (Löwith). A sua volta, tale mito affonda le proprie radici nel compito di deificatio che il Cristianesimo ha voluto assegnare all’uomo, e una delle forme di deificatio che hanno maggiormente contrassegnato la modernità è il dominio sulla natura grazie alla scienza e alla tecnologia, senza porre alcun limite (David Noble).

    Audio

    • Registrazione [1]

      Scarica
    • Registrazione [2]

      Scarica

    Materiali

    Materiali

    Scarica
  • -> 6. Tra i BaNande: uno sguardo a ritroso. Sessione integrativa

    Francesco Remotti rievoca la sua esperienza di ricerca etnografica tra i BaNande del Nord Kivu (1976-2013). Oltre alle inevitabili (e istruttive) gaffes dell’aspirante antropologo, l’insegnamento forse più profondo è stato il tormento ecologico manifestato da quella società di disboscatori e di coltivatori nell’olusumba (il rituale di iniziazione dei giovani, ormai scomparso).

    Audio

    • Registrazione [1]

      Scarica
    • Registrazione [2]

      Scarica

    Materiali

    Materiali

    Scarica