Anton Marty (1847-1914), filosofo svizzero, allievo di Franz Brentano, insegnò dal 1880 alla morte presso l’Università tedesca di Praga. Marty, al contrario di Husserl – anch’egli allievo di Brentano – rimane fedele alla psicologia descrittiva del maestro, elaborando, a partire da essa, una originale teoria del linguaggio. Nella sua ultima opera Raum und Zeit, pubblicata postuma (1916), Marty percorre i momenti salienti della tradizione filosofica moderna sul tema dello spazio (Leibniz, Berkeley, Kant) e formula una teoria della “non realtà” di spazio e tempo che testimonia la intatta attualità – a 130 anni dalla prima Critica kantiana – di un tema classico della filosofia.
Sintesi sessione
Il De anima di Aristotele e il concetto occidentale di “anima”. Anima e movimento. Anima e spazialità. Anima e sensazione: dal visibile all’invisibile, dall’invisibile al visibile. L’intenzionalità in Brentano. Fenomeno psichico e intenzionalità. Husserl critica lo “psicologismo” di Brentano. La Quinta Ricerca logica. Il concetto di “atto”, indipendente dall’esistenza o meno dell’oggetto intenzionato. Husserl critica il modello “anima-mondo” di stampo aristotelico.
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