Calvino è un autore che ha dimostrato sempre un’acutissima attenzione e una limpida consapevolezza verso le forme della costruzione narrativa, non solo sul piano strettamente letterario ma anche sul piano scientifico-filosofico. La domanda a cui in queste Letture si cerca di dare una provvisoria risposta riguarda le modalità con cui la categoria spazio-tempo ha strutturato l’arco della narrativa di Calvino, sia nella rappresentazione del reale sia nella generazione del racconto. L’epicentro delle Letture è costituito dai romanzi che hanno rappresentato le svolte più significative nel lavoro dell’Autore ligure: Il sentiero dei nidi di ragno (1947), Le Cosmicomiche (1965), Il barone rampante (1952), Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983).
Sintesi sessione
La seconda lettura recupera e approfondisce l’impostazione della precedente: sottolinea la centralità costruttiva delle articolazioni spaziali nei romanzi della maturità e dell’ultima produzione narrativa calviniana (Le città invisibili, 1972; Il castello dei destini incrociati, 1973), evidenziandone le implicazioni temporali e le componenti simboliche, fino alla dissoluzione “relativistica” dei nessi spazio-temporali in Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) e alla pura contemplatività di Palomar (1983).
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