Anno sociale 2023 – 2024
-> Letture del mercoledì
Sconfinare, ad alta voce
a cura di
Comitato scientifico
Le Letture del mercoledì sono appuntamenti infrasettimanali che si svolgono solo in modalità streaming e in orario tardo pomeridiano. Ogni lettura dà voce a testi che variamente arricchiscono la riflessione intorno al tema dell’anno: integrazioni bibliografiche, dunque, ma non solo. Chi legge ad alta voce incarna infatti l’ambiguità di ogni lettore: abitato da parole altrui, di quelle parole è il corpo vivo, ossia la manifestazione mortale.
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-> 01. Abitare la Terra, non sulla Terra – Parte 1
a cura di
Carlo Alberto RediDecadi e decadi di crescita della popolazione e di consumo esponenziale delle risorse hanno gravemente danneggiato la biosfera. Il pianeta è soffocato dalla plastica, gli allevamenti intensivi inquinano, le foreste scompaiono, i ghiacciai si sciolgono, gli oceani e le barriere coralline muoiono. L’attuale catastrofe ambientale costituisce la più grande minaccia alla sopravvivenza della nostra specie poiché causa emergenze sanitarie, pandemie, insicurezza alimentare, disuguaglianze sociali e crisi energetiche di dimensioni planetarie. L’obiettivo della Lettura, dedicata al volume di Manuela Monti e Carlo Alberto Redi dal titolo S.O.S Terra. Emergenze planetarie e negazionismo ambientale (Carocci, 2024), è di offrire qualche strumento per tramutare queste problematiche in occasione di coscienza e tornare a immaginare un cambiamento salvifico che leghi le scelte personali a un destino universale, la sorte del singolo a quella di tutti e l’interesse immediato a una prospettiva futura.
Sintesi sessione
Nietzsche afferma (Così parlò Zarathustra) che “la Terra è bellissima, ma soffre di una malattia chiamata uomo”. È oggi chiaro che l’uomo ha procurato molte malattie alla Terra (soffocata dalla plastica, ghiacciai sciolti, oceani in agonia, foreste scomparse). Ne conseguono emergenze planetarie (ambientale, sanitaria, alimentare, energetica) che vanno risolte per comportarsi da “buoni antenati”.
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-> 02. Abitare la Terra, non sulla Terra – Parte 2
a cura di
Carlo Alberto RediDecadi e decadi di crescita della popolazione e di consumo esponenziale delle risorse hanno gravemente danneggiato la biosfera. Il pianeta è soffocato dalla plastica, gli allevamenti intensivi inquinano, le foreste scompaiono, i ghiacciai si sciolgono, gli oceani e le barriere coralline muoiono. L’attuale catastrofe ambientale costituisce la più grande minaccia alla sopravvivenza della nostra specie poiché causa emergenze sanitarie, pandemie, insicurezza alimentare, disuguaglianze sociali e crisi energetiche di dimensioni planetarie. L’obiettivo della Lettura, dedicata al volume di Manuela Monti e Carlo Alberto Redi dal titolo S.O.S Terra. Emergenze planetarie e negazionismo ambientale (Carocci, 2024), è di offrire qualche strumento per tramutare queste problematiche in occasione di coscienza e tornare a immaginare un cambiamento salvifico che leghi le scelte personali a un destino universale, la sorte del singolo a quella di tutti e l’interesse immediato a una prospettiva futura.
Sintesi sessione
Vivendo noi nell’infosfera, le false informazioni che alimentano la narrazione negazionista delle emergenze planetarie (dettata sia da interessi economici sia da ricerca di consenso politico) hanno vita facile. L’omologazione di pensiero acuita dal mezzo tecnico (la “rete”) si può smascherare studiando il “Si” di Heidegger (e ridendo con le “supercazzole” di Monicelli).
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-> 03. Il confine tra natura e cultura – Parte 1
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Enrico RedaelliPerché il capolavoro di Claude Lévi-Strauss, Le strutture elementari della parentela, ha destato e continua a destare ancora oggi dibattiti e infinite discussioni? Si tratta dell’opera che ha reso Lévi-Strauss uno dei più grandi antropologi contemporanei, che ha dato il via allo strutturalismo culturale, ha lanciato la nozione di Simbolico, ha suscitato le critiche di autrici e autori del movimento femminista, ha innescato una rivoluzione nell’ambito dell’antropologia e non solo. È il testo in cui il confine tra natura e cultura è esibito come un paradosso, come un continuo, strutturale, sconfinamento. Ed è proprio questo paradossale confine – mostra l’Autore – a istituire la legge simbolica, ovvero le regole della convivenza civile e dell’abitare (una casa, un villaggio, una comunità).
Sintesi sessione
Nelle Strutture elementari della parentela Lévi-Strauss mostra come la proibizione dell’incesto sia una sorta di “legge zero” che sta a fondamento della civiltà. Ossia, alla base degli scambi, delle relazioni sociali e della complessiva biopolitica delle comunità arcaiche. Ma quella legge è anche uno “scandalo”, come lo definisce l’Autore, ossia un paradosso che si colloca sulla soglia tra natura e cultura, là dove si decidono l’ordine sociale e il destino della comunità.
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-> 04. Cronotopi nella narrativa di Italo Calvino – Parte 1
a cura di
Calvino è un autore che ha dimostrato sempre un’acutissima attenzione e una limpida consapevolezza verso le forme della costruzione narrativa, non solo sul piano strettamente letterario ma anche sul piano scientifico-filosofico. La domanda a cui in queste Letture si cerca di dare una provvisoria risposta riguarda le modalità con cui la categoria spazio-tempo ha strutturato l’arco della narrativa di Calvino, sia nella rappresentazione del reale sia nella generazione del racconto. L’epicentro delle Letture è costituito dai romanzi che hanno rappresentato le svolte più significative nel lavoro dell’Autore ligure: Il sentiero dei nidi di ragno (1947), Le Cosmicomiche (1965), Il barone rampante (1952), Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983).
Sintesi sessione
La lettura si incentra sulla strutturazione degli spazi nei romanzi giovanili di Calvino (Il sentiero dei nidi di ragno, 1947; Il barone rampante, 1952) per giungere alla svolta rappresentata dalle Cosmicomiche (1965). L’intento è dimostrare la virtualità generativa e la valenza simbolica che lo spazio-tempo implica nella dimensione stessa del narrare calviniano.
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-> 05. Cronotopi nella narrativa di Italo Calvino – Parte 2
a cura di
Calvino è un autore che ha dimostrato sempre un’acutissima attenzione e una limpida consapevolezza verso le forme della costruzione narrativa, non solo sul piano strettamente letterario ma anche sul piano scientifico-filosofico. La domanda a cui in queste Letture si cerca di dare una provvisoria risposta riguarda le modalità con cui la categoria spazio-tempo ha strutturato l’arco della narrativa di Calvino, sia nella rappresentazione del reale sia nella generazione del racconto. L’epicentro delle Letture è costituito dai romanzi che hanno rappresentato le svolte più significative nel lavoro dell’Autore ligure: Il sentiero dei nidi di ragno (1947), Le Cosmicomiche (1965), Il barone rampante (1952), Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983).
Sintesi sessione
La seconda lettura recupera e approfondisce l’impostazione della precedente: sottolinea la centralità costruttiva delle articolazioni spaziali nei romanzi della maturità e dell’ultima produzione narrativa calviniana (Le città invisibili, 1972; Il castello dei destini incrociati, 1973), evidenziandone le implicazioni temporali e le componenti simboliche, fino alla dissoluzione “relativistica” dei nessi spazio-temporali in Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) e alla pura contemplatività di Palomar (1983).
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-> 06. Anton Marty: sullo spazio – Parte 1
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Gianluca CapuanoAnton Marty (1847-1914), filosofo svizzero, allievo di Franz Brentano, insegnò dal 1880 alla morte presso l’Università tedesca di Praga. Marty, al contrario di Husserl – anch’egli allievo di Brentano – rimane fedele alla psicologia descrittiva del maestro, elaborando, a partire da essa, una originale teoria del linguaggio. Nella sua ultima opera Raum und Zeit, pubblicata postuma (1916), Marty percorre i momenti salienti della tradizione filosofica moderna sul tema dello spazio (Leibniz, Berkeley, Kant) e formula una teoria della “non realtà” di spazio e tempo che testimonia la intatta attualità – a 130 anni dalla prima Critica kantiana – di un tema classico della filosofia.
Sintesi sessione
Il De anima di Aristotele e il concetto occidentale di “anima”. Anima e movimento. Anima e spazialità. Anima e sensazione: dal visibile all’invisibile, dall’invisibile al visibile. L’intenzionalità in Brentano. Fenomeno psichico e intenzionalità. Husserl critica lo “psicologismo” di Brentano. La Quinta Ricerca logica. Il concetto di “atto”, indipendente dall’esistenza o meno dell’oggetto intenzionato. Husserl critica il modello “anima-mondo” di stampo aristotelico.
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-> 07. Anton Marty: sullo spazio – Parte 2
a cura di
Gianluca CapuanoAnton Marty (1847-1914), filosofo svizzero, allievo di Franz Brentano, insegnò dal 1880 alla morte presso l’Università tedesca di Praga. Marty, al contrario di Husserl – anch’egli allievo di Brentano – rimane fedele alla psicologia descrittiva del maestro, elaborando, a partire da essa, una originale teoria del linguaggio. Nella sua ultima opera Raum und Zeit, pubblicata postuma (1916), Marty percorre i momenti salienti della tradizione filosofica moderna sul tema dello spazio (Leibniz, Berkeley, Kant) e formula una teoria della “non realtà” di spazio e tempo che testimonia la intatta attualità – a 130 anni dalla prima Critica kantiana – di un tema classico della filosofia.
Sintesi sessioni
Introduzione alla figura di Anton Marty, anche lui allievo di Brentano. Scambi epistolari tra Marty e Husserl sull’intenzionalità. Identificazione (anti-husserliana) di oggetto intenzionale e oggetto immanente. Inesistenza dell’oggetto mentale (mero ens locutionis). In Raum und Zeit prendiamo in considerazione solo la parte sullo spazio. Distinzione tra Ort e Raum. Il concetto di spazio in Newton, Leibniz, Kant, Berkeley. Marty insiste sulla “non-realtà” dello spazio; “non-reale” non significa essere “non-esistente”. Svolta neo-ontologica dell’ultimo Marty.
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-> 08. Casa. Mondo. Idee dell’abitare in Heidegger e Bourdieu – Parte 1
a cura di
Gabriele PasquiCosa significa abitare? La lettura, articolata in due sessioni, interroga l’abitare a partire da due testi. Il primo, molto noto, è una conferenza tenuta nel 1951 da Martin Heidegger dal titolo Costruire, abitare, pensare. Il secondo è uno studio etnografico realizzato da Pierre Bourdieu tra il 1963 e il 1964 nell’ambito dei suoi studi di etnografia cabila. I due testi propongono atteggiamenti diversi nei confronti dell’abitare e del suo rapporto con le pratiche di vita e di pensiero, permettendo una riflessione sul senso dell’abitare nella condizione contemporanea.Riferimenti bibliografici: M. Heidegger, Costruire, abitare, pensare, trad. it. in Saggi e discorsi, Mursia; P. Bordieu, La casa o il mondo rovesciato, da Tre studi di etnologia cabila, trad. it. in Per una teoria della pratica. Con tre studi di etnologia cabila, Cortina.
Sintesi sessione
La lettura interroga la concezione heideggeriana dell’abitare a partire dalla conferenza tenuta nel 1951 da Martin Heidegger dal titolo Costruire, abitare, pensare, nella quale Heidegger annoda la questione dell’abitare con quella dell’essere nel mondo.
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-> 09. Casa. Mondo. Idee dell’abitare in Heidegger e Bourdieu – Parte 2
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Gabriele PasquiCosa significa abitare? La lettura, articolata in due sessioni, interroga l’abitare a partire da due testi. Il primo, molto noto, è una conferenza tenuta nel 1951 da Martin Heidegger dal titolo Costruire, abitare, pensare. Il secondo è uno studio etnografico realizzato da Pierre Bourdieu tra il 1963 e il 1964 nell’ambito dei suoi studi di etnografia cabila. I due testi propongono atteggiamenti diversi nei confronti dell’abitare e del suo rapporto con le pratiche di vita e di pensiero, permettendo una riflessione sul senso dell’abitare nella condizione contemporanea.Riferimenti bibliografici: M. Heidegger, Costruire, abitare, pensare, trad. it. in Saggi e discorsi, Mursia; P. Bordieu, La casa o il mondo rovesciato, da Tre studi di etnologia cabila, trad. it. in Per una teoria della pratica. Con tre studi di etnologia cabila, Cortina.
Sintesi sessione
La lettura riflette sull’esperienza antropologica e pragmatica dell’abitare, attraverso l’analisi di uno studio sull’organizzazione e sul senso dello spazio nella casa berbera, realizzato da Pierre Bourdieu tra il 1963 e il 1964 nell’ambito dei suoi studi di etnografia cabila.
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-> 10. Luoghi e confini della libertà di religione – Parte 1
a cura di
Riccardo ConteLa dimensione religiosa rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della vita delle persone nel mondo. Nei due incontri sono state esaminate alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo relative alla libertà religiosa e ai suoi limiti (secondo il disposto dell’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali).
Sintesi sessione
Nella prima Lettura si esaminano anzitutto sentenze che hanno tracciato l’area di tutela della libertà religiosa, precisando che tale libertà concerne anche le convinzioni non religiose. Ci si concentra poi su sentenze che hanno determinato le manifestazioni essenziali della libertà religiosa e i limiti di ingerenza delle autorità pubbliche.
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-> 11. Luoghi e confini della libertà di religione – Parte 2
a cura di
Riccardo ConteLa dimensione religiosa rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della vita delle persone nel mondo. Nei due incontri sono state esaminate alcune sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo relative alla libertà religiosa e ai suoi limiti (secondo il disposto dell’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali).
Sintesi sessione
Riprendendo il tema su cui si è conclusa la prima Lettura, si esaminano sentenze che: a) hanno mostrato quale rilievo possa avere la preponderanza numerica di appartenenti ad una confessione religiosa nei rapporti con altre confessioni e con le pubbliche autorità; b) hanno puntualizzato i divieti delle pubbliche autorità sulle modalità di vestiario ed esposizione in pubblico di simboli religiosi da parte di aderenti ad una confessione e sulle modalità di sacrifici animali.
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-> 12. Habitus: il carattere dell’umano – Parte 1
a cura di
17/01/2024Comunemente si ritiene che, per comprendere al meglio una persona, occorra capire quale sia il suo carattere. Il concetto di carattere viene sovente utilizzato come una griglia interpretativa per giudicare gli esseri umani. Eppure, non è affatto chiaro che quale sia l’origine del carattere. Si tratta di una disposizione innata e naturale? Di un effetto dell’interazione con gli altri? O altro ancora? È l’individuo, con il suo carattere personale, ad abitare lo spazio pubblico, o è al contrario quest’ultimo a sconfinare nel soggetto? La Lettura prende le mosse dall’Inghilterra vittoriana e, attraverso alcuni passaggi cruciali di David Copperfield (Charles Dickens) e Jane Eyre (Charlotte Brontë), evoca la portata antropologica del concetto di carattere e quali ne siano le conseguenze sull’immagine dell’individuo che ancora ci accompagna.
Sintensi sessione
L’analisi del romanzo Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen, fornisce l’occasione per porre il concetto di carattere in un’ottica di genere. A partire da Orgoglio e pregiudizio si possono osservare le forme dell’educazione del carattere femminile e di costruzione sociale del genere femminile. Un’introduzione al romanzo di Charles Dickens David Copperfield mostra inoltre il legame tra la formazione del carattere e l’immagine del self-made man.
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-> 13. Habitus: il carattere dell’umano – Parte 2
a cura di
17/01/2024Comunemente si ritiene che, per comprendere al meglio una persona, occorra capire quale sia il suo carattere. Il concetto di carattere viene sovente utilizzato come una griglia interpretativa per giudicare gli esseri umani. Eppure, non è affatto chiaro che quale sia l’origine del carattere. Si tratta di una disposizione innata e naturale? Di un effetto dell’interazione con gli altri? O altro ancora? È l’individuo, con il suo carattere personale, ad abitare lo spazio pubblico, o è al contrario quest’ultimo a sconfinare nel soggetto? La Lettura prende le mosse dall’Inghilterra vittoriana e, attraverso alcuni passaggi cruciali di David Copperfield (Charles Dickens) e Jane Eyre (Charlotte Brontë), evoca la portata antropologica del concetto di carattere e quali ne siano le conseguenze sull’immagine dell’individuo che ancora ci accompagna.
Sintensi sessione
Attraverso David Copperfield, di Charles Dickens, è possibile cogliere l’importanza della formazione del carattere nell’ambito della vita domestica. Le virtù del carattere tipiche della borghesia inglese sono la base per una corretta gestione della famiglia e dei beni. Jane Eyre, di Charlotte Brontë, mostra inoltre come il concetto di carattere abbia una dimensione intersezionale, a causa delle sue connessioni con i concetti di razza, classe e genere.
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Letture
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01. Monti-Redi - Abitare la terra - Alfieri - Domande sulle letture prima e seconda
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02. Monti-Redi - risposte-Alfieri - Domande sulle letture prima e seconda
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03. Gavianu - Cronotopi nella narrativa di Italo Calvino - Meazza Spazio
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04. Gavianu - Cronotopi nella narrativa di Italo Calvino - risposta - Meazza Spazio